Le origini della processione

In Versilia, in occasione del Venerdì Santo, si svolge una particolare cerimonia che richiama parecchie centinaia di persone: la processione di Gesù Morto. Nonostante non si abbiano datazioni ben precise sulle origini di tale evento religioso, causa le pessime condizioni degli archivi parrocchiali, si ritiene che nelle città come Forte dei Marmi e Camaiore già dal Seicento si svolgesse una funzione simile, dopo che alcuni sacerdoti, riunitisi in un concilio durante la Settimana Santa, avevano deciso di rappresentare al meglio la passione del Cristo.

Riscuotendo un certo successo e suscitando interesse anche nelle popolazioni stanziate sulle montagne, questo tipo di processione fu accolto anche dalle comunità dei paesini di Retignano e Terrinca. Purtroppo per la datazione vale più o meno lo stesso discorso: le fonti sono inaccessibili o troppo sciupate per essere consultate. Per risolvere il problema, mi sono documentato attraverso delle interviste ai più anziani del mio paese, convinto che le loro testimonianze chiarissero un po’ alcuni dubbi e riportassero con più concretezza i fatti.

Nel periodo compreso tra la seconda metà circa dell’Ottocento e i primi del Novecento, gli abitanti del mio paese e quelli di Terrinca diedero il via a una lunga serie di processioni in ricordo di Gesù, che si svolgevano in concomitanza con Seravezza. Questi tre facevano dapprima ognuno la sua processione, poi col passare del tempo si è arrivati ad una scelta più democratica, cosicché a turno ciascuno potesse avere la sua opportunità per la processione triennale. Furono costruite le pietà, ovvero opere raffiguranti Gesù in vari modi, a partire da quello accasciato sopra ai lenzuoli a quello inginocchiato e sanguinante sotto le vesti della Madonna.

Al giorno d’oggi

In occasione del Venerdì Santo, il paese di turno si organizza ricreando un po’ la giusta atmosfera. Durante il pomeriggio vengono disposti dei bicchierini di vetro contenenti delle candele lungo tutto il percorso che si seguirà durante la processione, passando in tutto il paese. In chiesa si organizzano tutte le luci e sul campanile vengono affisse delle croci illuminate così come sul monte ‘Il Castello’, per quanto riguarda Retignano, dove sorgono le tre croci del Calvario.

Quando arriva la sera, ci si riunisce in chiesa e, dopo l’iniziale messa, si procede col giro nel paese. Gli uomini sorreggono la pietà, alcune persone leggono i passi più salienti narrati nella Bibbia e nel Vangelo mentre gli altri camminano in silenzio, con in mano delle candele accese.

Differenze fra le prime edizioni e il 2000

  • Inizialmente, le croci sul monte del paese di Retignano venivano fissate molto più in basso, poiché non esistevano i cavi elettrici né tantomeno le prese multiple e quindi dovevano essere riaccese a olio di continuo, necessitando quindi di un luogo accessibile e non lontano dalla strada;
  • Al posto delle candele, troppo costose per essere distribuite gli abitanti, circa il triplo dell’ammontare attuale, si usavano lampade ad olio per illuminare la chiesa di notte e i bambini si costruivano una specie di lanterna utilizzando come bulbo una sfera di cartone e ponendo al centro un piccolo lumino, il tutto attorcigliato a un filo per essere dondolato;
  • Una buona parte della celebrazione si svolgeva in latino, ma non tutti lo parlavano, perciò si creava come un doppio coro, da un lato i latini e da un lato i ‘traduttori’;
  • Tutti ci tenevano a rendere la celebrazione ogni anno sempre più bella; oggi, con l’avvento delle moderne tecnologie e il menefreghismo, sono sempre meno gli organizzatori e diventa difficile gestire un intero complesso se si è in pochi al comando.La tecnologia ha avuto effetti anche sul modo di rappresentare la Via Crucis: intorno alla metà degli anni ’50 era stata creata una stella luminosa dove scorrevano all’interno dei disegni rappresentanti le scene principali. Oggi si è passati ai videoproiettori e ai computer, perdendo parzialmente quel tocco di artigianato che caratterizzava il simbolo.

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Scritto da Lorenzo Vannoni
28 anni. Chimico analitico con passione per la storia locale e autore del sito