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Le marginette sono dei luoghi di culto disposti lungo i sentieri dei paesini di montagna e la loro funzione era quella di offrire un riparo in caso di maltempo oppure di un luogo appartato dove fare qualche preghiera. Il nome vero e proprio sarebbe “maestà” ma nel dialetto hanno assunto questo nome perché si trovavano presso incroci strategici o comunque ai margini, per l’appunto, dei sentieri.

A Retignano ce ne sono tante, la maggior parte delle quali in origine utilizzata per altri scopi, poi riadattata a marginetta.

La marginetta “Il casino”

Presso il campo sportivo si trova la Marginetta de “Il Casino”, che fu edificata alla fine del Quattrocento.

Già al tempo dei Romani la Versilia era spesso assediata dai pirati che flagellavano la costa sottoposta ai consoli. Fino al periodo dei Medici i corsari erano chiamati “barbareschi”, ossia stranieri provenienti da altri paesi del Mediterraneo. Nel Cinquecento le incursioni si fecero sempre più frequenti (grazie al dominio fiorentino l’area assunse un’importanza sempre più significativa) e si rese necessario rafforzare le misure di difesa. Per questo motivo sulla fascia costiera erano presenti diversi archibugi e milizie permanenti. I casottini di Terrinca e Retignano erano in contatto con il litorale. Appena scorta la sagoma di qualche imbarcazione sospetta, i cavalieri si recavano sulla spiaggia per accendere dei fuochi.[1] Le Guardie di Retignano (che fra i paesi della vallata, gode della migliore vista sull’entroterra versiliese) andavano così in paese ad allarmare la popolazione. La stessa cosa succedeva a Terrinca presso la Casa del Salvatore, di rimpetto al “Casino delle Guardie” di Retignano.[2] Nel Cinquecento Cosimo I, di fronte ai timori fondati delle devastazioni e per non perdere il predominio che i Medici avevano sul territorio, scelse di tenere preparati gli abitanti dando impulso alle attività di produzione delle armi. Nel periodo di fine Cinquecento, il Granducato affrontò un periodo di crisi che vide un abbassamento della guardia, con conseguente aumento delle incursioni. Nel Seicento, il granduca Ferdinando aumentò i nuclei di difesa, costruendo altri casottini a Retignano, Stazzema, Farnocchia e Pomezzana.

La Marginetta dell’Annunciazione

La Marginetta di Santa Lucia

Presso la casa della Nanda si trova la Marginetta di Santa Lucia[3]; al suo interno si trova un’immagine sacra della santa, realizzata nel 1722 da Giovanni di S. Togini. Inizialmente questo luogo di culto si trovava poco più su delle Tre Fontane, prima che la strada percorribile dalle automobili venisse ultimata. Era posta al termine della via ancora oggi visibile. All’interno della marginetta si trovano anche due lapidi dedicate alla famiglia Bazzichi, una del 1982 e l’altra del 2005.

La Marginetta di Retignano “Al Furo”

La Marginetta della Tosse

La Marginetta del Castello

La Marginetta del Viandante

[1] Vincenzo Santini, Commentarii, volume II, p. 226-228.

[2] G. Bertelli, Il comunello di Farnocchia, p. 34.

[3] Secondo la leggenda, un uomo rimase abbagliato dalla bellezza degli occhi di Lucia da Siracusa e glieli chiese in dono. Per amore la ragazza glieli concesse ma al tempo stesso gliene spuntarono altri più belli di prima. Quell’uomo, avido ed egoista, gli chiese anche quelli, ma Lucia rifiutò e fu per questo maltrattata e condannata a morte, divenendo poi Santa Lucia. Secondo fonti più attendibili, Lucia sarebbe stata una donna di fede cristiana ai tempi di Diocleziano, nel IV secolo d.C. Dopo essere stata denunciata dal marito fu condannata a morte e divenne martire della cristianità. Clicca qui.

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Scritto da Lorenzo Vannoni
28 anni. Chimico analitico con passione per la storia locale e autore del sito