Panorama

Il paese di Retignano è situato in una posizione centrale in Alta Versilia, con la possibilità di ammirare tutte le montagne attigue e la costa, motivo per cui era sede di fortini di avvistamento che avvertivano i paesani e i valligiani delle invasioni imminenti di nemici provenienti dalla costa.

La massima altitudine è 913 metri s.l.m., sulle punte di Montalto, dove esistono i resti di un’antica cava di “rosso rubino” (un marmo pregiato presente solo in poche zone) e luoghi di estrazioni di bardiglio e “bardiglio fiorito”. L’altitudine media è di 420 metri s.l.m.

Oltre a Montalto, gli altri rilievi montuosi visibili sono: le Cervaiole, Monte Cavallo e Monte Castellaccio, Monte Costa, Ornato, Rocca, Lieto, Matanna, Nona, Procinto, Monte Forato, Pania della Croce, Monte Corchia, Monte Castello e Monte Ceto.

Si vede dunque che è possibile ammirare la valle dello stazzemese praticamente al completo e stupendi tramonti. Anche Pietro Ichino (Versilia Oggi, novembre 2001) è meravigliato dal panorama di cui Retignano gode.

Clima

con il prezioso contributo del dott. Giacomo Verona

 

In base alla media trentennale di riferimento (1961-1990), la temperatura media del mese più freddo, gennaio, è di 6,6 °C; quella del mese più caldo, luglio, si attesta 22,5 °C.[1]

Bisogna sottolineare che nell’ultimo trentennio (1990-2020) gli effetti del riscaldamento globale si sono manifestati anche a Retignano, con sensibili aumenti delle temperature medie e picchi di 37 °C (agosto 2017, ma i mesi più caldi restano luglio e agosto 2016).

Le precipitazioni medie annue nel medesimo trentennio si attestano a 1.914,5 mm, con elevato picco tra autunno e inverno e con minimo relativo in estate.[2]

Retignano, come tutti i paesi collinari apuani esposti sul versante sud-sudovest, presenta un clima relativamente mite nella stagione invernale con temperature minime mai troppo basse e temperature massime sempre al di sopra dello zero. Molto rare e con tempi di ritorno anche di diversi anni sono le giornate di gelo senza disgelo (quando, cioè, la temperatura massima è sotto gli 0°C) a differenza delle zone vallive sottostanti (Cardoso-Pontestazzemese-Ruosina) dove la nulla o quasi esposizione solare invernale e le notevoli temperature minime da inversione termica fanno sì che, in caso di forti ondate fredde, si possano avere temperature negative o prossime allo 0. Ovviamente molto più comuni sono i giorni con gelo (Tmin<=°C). Paragonando il nostro paese con altri della zona Apuana a quote simili (per esempio Azzano, Altagnana, Colonnata ecc.) si nota che le minime invernali sono leggermente inferiori in caso di alta pressione, mentre con ventilazione attiva da NE-E le differenze possono ampliarsi anche su valori dell’ordine dei 2-3°C in casi eccezionali. Probabilmente ciò è dovuto alla presenza del “Castello” e del Monte Alto che fungono da barriera ai venti orientali. Con una ventilazione attiva e costante vi è rimescolamento dell’aria che contrasta l’abbassamento della temperatura notturna. Le temperature massime, invece, sono spesso superiori a quelle dei paesi limitrofi sia per l’esposizione diretta del versante ai quadranti meridionali sia per la posizione diretta ai venti di caduta favonizzati in arrivo da N-NE, che fanno innalzare le temperature su valori anomali (anche 22-23°C ad inizio marzo. Un esempio è stato il 10 marzo 2017) ma con valori idrometrici bassissimi (<10%). In generale, quindi, Retignano si può “aggregare” al clima temperato-sublitoraneo con accenni di transizione con il subcontinentale (più marcati nella vallata sottostante).

Come ben sappiamo le Alpi Apuane presentano una piovosità record in ambito nazionale e non solo con le stazioni prossime ai crinali che superano in media i 3000-3100 mm annui. Retignano presenta valori annuali inferiori rispetto alle zone a massima piovosità ma considerando le quote collinari (200-500 m) è caratterizzato da una piovosità notevole per fattori morfologici:

  • presenza del crinale Ornato-Lieto-Gabberi a sud
  • vicinanza al bastione meridionale del Monte Corchia
  • posizione tra due “vallate” (Valle del Vezza e Valle del Canale di Levigliani) che in prossimità del versante retignanese di Montalto si congiungono.

Questa particolare posizione del paese fa sì che i fronti temporaleschi marittimi in risalita dal mare lungo la valle del Vezza intercettino il paese con accumuli che in questi casi sono spesso superiori rispetto ad altre zone limitrofe (come nel caso dei temporali del 25 Agosto 2013 o del 1 settembre 2014). Frequenti e ben più pericolosi sono i temporali autorigeneranti che interessano la vallata con accumuli molto elevati (vedasi 25 Ottobre 2011, 21 Ottobre 2013, 19 Novembre 2016 ecc…).

Giacomo Verona

 

Estratto da Guida al Parco delle Alpi Apuane, Giuliano Valdes, Felici Editore, 2005

 

La distanza relativamente breve dal mare favorisce l’afflusso di masse d’aria più temperate provenienti dal mare, le quali esercitano una sensibile azione mitigatrice soprattutto nei confronti delle temperature minime invernali. Questo si riscontra facilmente anche nella difficoltà nell’avere precipitazioni nevose abbondanti e che sono di minor durata rispetto alle altre borgate apuane.

Rispetto ad altri paesi, Retignano gode di un clima più soleggiato ed anche più variegato, motivo per cui vi si trova una stazione metereologica. Il clima dell’Alta Versilia, comunque, è particolare e diverso da quello delle zone circostanti, al punto che lo si potrebbe definire un microclima subatlantico-montano, piuttosto umido ma temperato, con inverni corti e miti ed estati tendenzialmente non troppo calde.

L’elevata piovosità riscontrata nello stazzemese dipende in primo luogo dal fatto che i venti dominanti sono quelli occidentali e meridionali, generalmente carichi di umidità. La forma a conca dell’Alta Versilia, inoltre, favorisce l’afflusso di correnti marine che, data l’elevazione delle montagne, sono costrette a risalire, condensando e generando piogge definite “di versante”, particolarmente intense a novembre e a marzo. Data la notevole piovosità e tenendo conto del cambiamento climatico, si riesce a riscontrare un unico periodo arido (da luglio fino a metà agosto, come evidente nelle estati 2003 e 2017).

Le piogge garantiscono un’elevata risorsa idrica nel corso dell’anno. Sulle Apuane vi è una straordinaria ricchezza di sorgenti. Le rocce calcaree hanno un’elevata permeabilità (non tanto perché porose quanto perché ricche di fessure) e così facendo si effettua anche un’azione purificatrice delle acque, che vengono spesso raccolte dagli abitanti e considerate molto pure. Solo una parte di queste acque finisce direttamente nei corsi d’acqua superficiali. La maggior parte rimane intrappolata nel sottosuolo e raggiunge gli strati impermeabili che fanno da conca; a questo punto l’acqua si accumula e riaffiora originando le sorgenti di contatto, come quella dell’Acquafilante.

 

A Retignano la minima assoluta risale al 23 gennaio 1963 con -10°C. La massima assoluta per ora sembra resistere quella dell’11 agosto 1956 (39°C).[3]

 

Flora, fauna, mineralogia e geologia

Per ulteriori approfondimenti si consiglia la lettura delle seguenti opere:

  • Guida al Parco delle Alpi Apuane, a cura di Giuliano Valdes, Felici Editore, 2005
  • I fiori delle Apuane, M. Ansaldi, E. Medda, S. Plastino, Mauro Baroni Editore, 1994
  • I funghi delle Apuane, Roberto Narducci e Pietro Petrucci, Baroni Editore, 1996
  • Le piante medicinali delle Apuane, R. E. Uncini Manganelli e P. E. Tomei, Mauro Baroni Editore, 1999
  • Minerali del marmo delle Alpi Apuane, P. Orlandi e A. Criscuolo, Pacini Editore, 2009

[1] http://clisun.casaccia.enea.it/profili/tabelle/308%20%5BStazzema%5D%20Retignano.Txt

[2]Tabelle climatiche 1961-1990 del Sistema nazionale di raccolta, elaborazione e diffusione di dati Climatologici di Interesse Ambientale dell’APAT, http://www.scia.sinanet.apat.it/sciaweb/scia_valori_tabelle.html

[3] Clima in Almanacco Versiliese, volume I, Giorgio Giannelli, 2001.

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Scritto da Lorenzo Vannoni
28 anni. Chimico analitico con passione per la storia locale e autore del sito